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Nel 1995 fondo insieme a Gianfranco Lauretano e alcuni amici scrittori la rivista letteraria Neoteroi, sviluppatasi poi nell'attuale Graphie.
Premi letterari: Primo Premio Sezione Narrativa del Concorso Kaleidos; Menzione speciale sezione Poesia al Concorso Tindari-Patti; Primo premio sezione narrativa al Concorso Belle Arti indetto dal Comune di Alfonsine; Ho organizzato corsi di Scrittura Creativa e scritto giornalismo culturale locale come freelance. |
prestami un angolo della tua tristezzaGenere: Prosa d'arte
(…) è una scrittura generosa. che non tira i remi in barca per l’ormeggio facile e mite della parola. al contrario cerca le acque più dense, le profondità del senso, e per farlo vira decisamente verso il mare aperto… … ho letto di un uomo che non prova vergogna a raccontare le proprie emozioni non filtrate dall’indovinello sofisticato o dal calembour arrogante, rivendicando invece il potere ieratico, dichiaratorio, confessionale, persino liberatorio della scrittura, come per una forma di ipnotismo che ci consegna direttamente alla materia umana… … costruire un’intera raccolta attorno ad un nucleo centrale che io individuo nel rapporto voluttuario, ai limiti dell’empatia, tra il sè pensante e l’altro quale soggetto/oggetto delle nostre attenzioni, se da un lato vanta una lunga serie di precedenti, dall’altro permette, proprio in virtù di questa ricca aneddotica, di involarsi con l’ausilio del proprio talento e coraggio verso variazioni sul tema sempre più ardite. ciò non impedendo in alcun modo agli altri di entrarvi recitando una parte, fosse anche quella di semplici spettatori. Domenico Settevendemie, scrittore (…) i suoi racconti colpiscono immediatamente come pugni o come carezze o come profonde e frettolose occhiate di vita. Le parole hanno il senso veloce delle scene e delle immagini e del tempo che descrivono. Immediatamente svolgono chilometri di strada intesa quale metafora (ma non solo) di vita vissuta. Quanto al suo stile, in certi momenti sembrebbe avvicinarsi più alla poesia che alla narrativa, mentre in certi altri è narrativa pura, spiccia (sebbene ricercata e mai casuale). Sensualità, dunque, e vitalità oggettiva di quella che prima bisogna viverla, e poi, soltanto poi, ne puoi parlare, ne puoi saper scrivere. E in certi casi leggendo sembrerebbe di sentire persino il respiro delle persone, mentre stanno in silenzio. (…) Credo che questa sia poesia e narrativa insieme, in un magico e ben dosato impasto. E poi le voci, anche, sembra di sentire. Le voci di dentro e quelle di fuori.” Cristina Blanca – Cicorivolta Edizioni Brani narrativi densi di immagini evocative e tese, offerte spesso in un dialogo con diverse figure femminili rappresentanti l'Altro esistenziale e forse metafisico. Il tentativo della sua scrittura è fondamentalmente quello di cogliere emozioni e significati icastici e universali. Muovendosi preferibilmente nei luoghi dell'inconscio, del sogno, del ricordo, il suo scrivere vive la tensione della mancanza esistenziale, del desiderio. La ricerca di un linguaggio che potremmo dire extra-quotidiano, di una prosa che si avvicina volutamente alla poesia, rivela anche l'attenzione rivolta alla musica della parola, al suo potere evocativo, all'effetto ipnotico che nasce nelle ridondanze del suono e dell'immagine. Premiazione al Concorso Belle Arti di Alfonsine Quando suono o dirigo chiedo sempre: di suonare” all'ultimo sangue” ...ebbene i suoi racconti-poesie hanno questo sorridente, fiero, nudo ed insopportabile ultimo sangue. Hector Ulisses Passarella, compositore e magnifico bandoneon La prosa d’arte “Moi, je rêve de la poésie qui ne dise rien, mais soit des bouts de rêveries sans suite. Quand on veut dire, exposer, démontrer quelque chose il y a la prose” La prosa d’arte è un componimento in forma breve che consente una ricerca stilistica piuttosto elevata. La descrizione è un elemento fondamentale: il tema è assunto come motivo iniziale, quindi il narratore focalizza il suo punto di vista per giungere a penetrare l’oggetto o il ricordo oltre il dato reale, lo trasfigura attraverso la libera divagazione intellettuale che mantiene con l’oggetto un rapporto di analogia e similitudine. Nella prosa d’arte spesso è esplicito il riferimento all’arte figurativa e pittorica. Anche la descrizione ha funzione pittorica, perché fa vedere concretamente qualcosa. Il tema, l’argomento è solo un pretesto per liberare la fantasia descrittiva e stilistica. Certi sono i richiami tra la prosa d’arte e il campo della poesia e della versificazione (nei giochi lessicali, nell’attenzione all’ornato e alla musicalità della lingua, nella costruzione sintattica e ritmica, ma anche per la vicinanza con il poème en prose francese). Questa Letteratura si consolida soprattutto nel primo dopoguerra ed è legata alla produzione artistica e teorica degli scrittori coinvolti nella vicenda editoriale della rivista romana «La Ronda» (1919-1923). I primi e più noti autori italiani furono Cardarelli, Bacchelli, Cecchi, mentre in Francia nel 1919 la ripresa della pubblicazione della Nouvelle Revue Française, e di seguito le opere di Rivière, Valéry, Paulhan. Modello assoluto per originalità formale e preziosismo stilistico di destrutturazione delle forme metriche sono i “poemetti in prosa” dello Spleen di Parigi di Charles Baudelaire. Sul versante lirico è invece Walt Whitman a scardinare con i versi lunghissimi e narrativi di Foglie d'erba i tradizionali schemi ritmici della poesia, secondo l’archetipo dei versetti biblici. E’ la cosiddetta “poetica del frammento”, ovvero del brano in prosa dall’intensa ed essenziale brevità. Il frammento è visto come il modo più autentico di espressione, sia in prosa che in poesia. Il significato generale di questo espressionismo è un rifiuto dei valori e delle forme di comunicazione borghese, a cui si aggiunge una ricerca di "espressione di desideri, aspirazioni, malesseri". |